
Alfabetizzazione informatica: un must del 21° secolo
Tra gli effetti che la pandemia da Covid-19 ha avuto a livello mondiale c’è stato sicuramente l’aumento dei dispositivi elettronici. La DAD e la DDI hanno, infatti, obbligato molte famiglie ad acquistare tablet e computer. Tuttavia, anche da quanto emerge da rilevazioni internazionali, alla crescita esponenziale di dispositivi non è corrisposto un altrettanto accresciuto livello di competenze digitali. Da qui nasce l’esigenza di potenziare velocemente le attività di alfabetizzazione informatica.
Nelle scorse settimane, una relazione di Save the Children che metteva in luce un preoccupante livello di povertà educativa digitale ha destato un gran scalpore nel nostro Paese. Infatti, benché sia risaputo che, a livello mondiale, persistano ampie sacche di analfabetismo o di carenza a livello educativo, è difficile pensare che in un Paese tecnologicamente avanzato come l’Italia vi siano persone e soprattutto giovani che non si dimostrano all’altezza di utilizzare gli strumenti informatici in modo adeguato.
Il problema, infatti, non risiede nell’accesso ai dispositivi, ma al loro utilizzo corretto e costruttivo. Se lasciati privi di una guida e di un’adeguata formazione in termini di alfabetizzazione informatica, i ragazzi non possono essere in grado di sfruttare appieno gli strumenti che hanno a disposizione. Tale atteggiamento, inoltre, non ha ripercussioni negative solo a livello scolastico ed accademico. Nella società del 21° secolo, infatti, la capacità di utilizzare in modo corretto gli strumenti informatici risulta un elemento essenziale nella vita quotidiana e, ancora di più, nel mondo del lavoro.
L’aspetto forse più preoccupante in questo senso è alla percezione falsata che i giovani hanno a questo riguardo. Per loro, infatti, avere l’ultimo modello di tablet o telefono e saperlo usare per girare video e scattare foto in qualsiasi momento o condizione e riuscire a gestire app e social in modo adeguato alle loro esigenze significa avere buone competenze digitali. Ma cosa succede quando si chiede agli studenti una formattazione particolare del testo o di creare un grafico? Sono effettivamente in grado di farlo e di ottenere dei risultati che, in un futuro non troppo lontano, un datore di lavoro riterrebbe quantomeno soddisfacenti senza troppo dispendio di tempo ed energie?
Un concetto che, purtroppo, la scuola italiana non ha ancor completamente compreso e messo in pratica è l’integrazione delle cosiddette life skills nel processo formativo dei giovani. Troppo spesso, infatti, viene data ancora troppa importanza al completamento dei programmi ministeriali di ogni singola materia senza pensare ad una loro integrazione o alla trattazione di alcuni aspetti in modi alternativi che potrebbero portare maggiori benefici (e soddisfazione) ai ragazzi.
In questo senso, il Liceo “Don Milani” va orgogliosamente in controtendenza. L’alfabetizzazione informatica e l’acquisizione di life skills anche attraverso la valorizzazione della creatività e delle singole personalità dei ragazzi vengono ritenute parte integrante del processo formativo. Concretamente, il loro sviluppo passa attraverso azioni quali l’acquisizione delle certificazioni informatiche, la gestione dell’e-magazine dell’istituto e le attività laboratoriali previste per ogni singola disciplina. Tale scelta nasce dalla convinzione che quanto detto da Confucio sia profondamente vero: