L’arte dei videogiochi
Quante volte noi giovani sentiamo i nostri genitori, zii o nonni criticare i videogiochi perché li ritengono un passatempo dannoso e inutile. Noi molto spesso non sappiamo cosa rispondere, perché non siamo abbastanza informati per controbattere. Quello che non si sa è che sono anni, ormai, che la scienza ha provato gli enormi benefici dei videogiochi sia in ambito psicologico che medico.
Sono state studiate le conseguenze che hanno sul cervello umano ed è stato dimostrato che hanno effetti molto positivi e utili per la scuola, ma anche per la vita. I più importanti sono lo sviluppo della corteccia parietale, centro dell’orientamento, della corteccia orbito-frontale, responsabile del sostegno dell’attenzione e delle decisioni, del cigolato anteriore e dorsale, che controlla l’attenzione, dell’ipotalamo, che controlla il sistema nervoso autonomo e endocrino, e dell’ippocampo, centro della memoria. Quando il videogiocatore raggiunge degli “obiettivi” il cervello emana una maggiore quantità di dopamina, una sostanza molto importante perché facilita l’apprendimento. (Qui la fonte)
Molti pensano che i videogiochi possano causare dipendenza, ma ciò è completamente falso; se avessero gli stessi effetti, ad esempio, del tabacco, dovrebbero contenere delle sostanze che entrino nel nostro corpo e attivino determinati recettori che stimolano il corpo a richiederne sempre di più. Talvolta possono, però, diventare oggetto di dipendenza, ma, in questo caso, la colpa non è dell’oggetto in sé, ma di chi ne fa uso. I videogiochi, infatti, possono avere gli stessi effetti di assuefazione causati dal cibo o dal gioco d’azzardo, anche se si differenzia da quest’ultimo in quanto le ricompense non si ottengono tramite la casualità, ma con l’abilità. (Qui e qui le fonti)
Psicologicamente parlando, i videogiochi aiutano nello sviluppo della plasticità mentale e del multitasking, ovvero l’abilità nel cambiare attività. Inoltre, secondo gli studi, stimolano lo sport, sono in grado di far fronte a depressione, dipendenza, ansia, alcune fobie, riabilitano fisicamente e possono aiutare a combattere la dislessia e l’occhio pigro, persino meglio di quanto può fare un libro. Permettono anche di sviluppare una vista migliore: le persone normali, in una folla, possono tenere d’occhio tre oggetti in movimento, i videogiocatori fino a sette, un’abilità utile per una futura generazione di guidatori.
La domanda sorge spontanea: se i videogiochi portano tutti questi enormi benefici, perché se ne parla sempre in maniera così negativa? Il mondo videoludico è giovane e, per questo, disprezzato e non capito dalle vecchie generazioni, un fenomeno che caratterizza qualsiasi forma d’arte appena nata. La televisione inizialmente era mal vista, soprattutto dalla radio, ma anche ai suoi esordi era vista come pericolosa. Persino il genere rock, all’inizio, era definito come satanico.
I videogiochi sono arte in tutto e per tutto e, oltre ad essere capaci di suscitare delle riflessioni, fanno anche divertire. Se si gioca a “The Cat Lady”, ad esempio, si impara a conoscere la depressione, il tema principale del gioco, e quanto essa sia terribile e struggente. Ci sono videogiochi che sono capaci di trattare anche alcuni argomenti che si studiano a scuola, una tra tutte la saga videoludica di “Assassin’s Creed”. Disprezzato da molti genitori in quanto violento, questo gioco è ambientato in epoche storiche differenti e fa’ rivivere al giocatore alcuni avvenimenti storici importanti, come le crociate o la rivoluzione industriale e americana, muovendosi in città dell’epoca ricostruite in modo molto fedele. Inoltre, la storia è caratterizzata dall’incontro con personaggi storici come George Washington o Leonardo da Vinci. Il gioco riesce, quindi, a trattare storia, arte e anche la filosofia. Avendo personalmente giocato ai capitoli ambientati nel Rinascimento italiano mi sono molto appassionato a questo periodo storico e questo mi ha portato a visitare città come Firenze e San Gimignano e a leggere il “Principe” di Machiavelli.
Chi critica i videogiochi senza tener conto di tutte queste cose, dimostra di non essere informato adeguatamente sull’argomento. Come dimostrato dalle ricerche scientifiche fanno bene sia per la medicina che per la psicologia, ma soprattutto, sono un’arte e come tale vanno rispettati e compresi, non per forza sempre criticati.