Le regole valgono per tutti?
Per chi non lo sapesse, grazie ai numerosi premi ottenuti Novak Djokovic è il numero uno al mondo nella classifica ATP dei migliori tennisti e, a detta di molti, sarebbe addirittura il migliore tennista della storia.
Novak, soprannominato Nole, è nato a Belgrado il 22 maggio del 1987 e, poche settimane fa, è stato al centro delle polemiche dopo che, grazie a un’esenzione medica, aveva inizialmente ottenuto la possibilità di partecipare agli Australian Open, primo Grande Slam della stagione, di cui detiene il titolo dal 2019.
Arrivato in terra oceanica però, il serbo è stato fermato per un visto irregolare e, dopo un lunghissimo interrogatorio durato oltre 5 ore, è stato informato che la sua richiesta per entrare nel Paese era stata cancellata e che, quindi, avrebbe dovuto lasciare lo Stato nelle ore successive.
Stando alle indiscrezioni, sembrerebbe che il 34enne avesse ottenuto l’esenzione medica dalle due commissioni esterne indipendenti in quanto negli ultimi sei mesi avrebbe contratto il Covid. Si ipotizza che il contagio sia avvenuto dopo Us Open, quando il campione ha effettuato una sosta più lunga del previsto senza dichiarare nulla pubblicamente. Questa informazione, confermata dal quotidiano australiano “The Age”, non è stata tuttavia ritenuta valida dal governo australiano.
In altre parole, l’intera vicenda sembra girare attorno a un’incongruenza nell’interpretazione delle regole fra Tennis Australia che, supportata dal’Atagi, l’agenzia incaricata dalle autorità di dirimere questo tipo di questione, ha disposto le esenzioni, e il governo federale australiano.
Considerata tutta questa vicenda, una domanda sorge spontanea: le regole valgono per tutti? E se sì, perché un personaggio famoso vorrebbe ottenere un permesso speciale che non sarebbe concesso a qualunque altra persona priva dei suoi privilegi?
Appena ritornato in Serbia, Novak Djokovic è stato accolto come un eroe con striscioni che riportavano frasi quali “sei il nostro campione”, “sei l’orgoglio della Serbia”, ma nonostante questo supporto, il tennista non ha potuto far altro che incassare la decisione della giustizia australiana e dovrà ora riprogrammare la sua stagione e i suoi obiettivi.
La posizione no-vax di Djokovic, infatti, rischia di precludergli l’accesso ad altri importanti tornei del 2022 visto che, dopo l’obbligo vaccinale richiesto per partecipare a Wimbledon e agli US Open, nelle prossime ore anche il Roland Garros potrebbe decidere di chiudere le porte ai non vaccinati.