
Scuola: un antidoto contro l’infodemia
In questo periodo, qualsiasi termine faccia rima o ricordi la pandemia genera un certo timore. Una di queste parole non fa riferimento ad epidemie o a possibili rischi per la nostra salute, ma risulta altrettanto pericolosa, specie per i giovani. Si tratta dell’infodemia. Molti diranno che questo è un termine che circola da anni e che, ormai, vi siamo abituati. Ma è davvero così? Analizziamo la situazione per gradi.
Che cos’è l’infodemia?
Secondo l’enciclopedia Treccani, l’infodemia è l’eccessiva circolazione di informazioni, spesso non sufficientemente verificate, che genererebbero una difficoltà di una reale comprensione degli argomenti. Per molti versi, quindi, l’infodemia può essere vista come la causa, se non addirittura un sinonimo di fake news.
Visto che si tratta di un fenomeno estremamente diffuso, può sembrare difficile trovare un legame tra l’infodemia e il nostro lavoro. In realtà, le due realtà sono piuttosto connesse, almeno per due ragioni. La prima risiede nel fatto che, anche a causa della loro limitata conoscenza del mondo, i giovani sono le principali vittime del fenomeno. La seconda, invece, è legata da una possibile soluzione a questo problema.
La scuola: culla del pensiero critico
Di fatto, la scuola costituisce la principale palestra nella quale i giovani possono allenare ed accrescere il loro senso critico. Come viene sottolineato anche da Mirta Michilli, infatti, la scuola in remoto ha accentuato la necessità di sviluppare questa abilità. Soprattutto in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, la scuola diviene un vero e proprio mezzo di comunicazione e trasmissione delle informazioni.
Più della televisione, infatti, la scuola è in grado di raggiungere una vastissima parte della popolazione e può, quindi, contribuire concretamente alla distribuzione di informazioni corrette ed affidabili. Tuttavia, la scuola risulta ancora eccessivamente slegata dalla realtà e dai problemi quotidiani. In altre parole, quindi, la scuola avrebbe un grosso potenziale che resta, purtroppo, ancora inespresso.
Nel nostro piccolo, il Liceo “Don Milani” cerca di andare in controtendenza, stimolando i ragazzi a ragionare e a creare collegamenti tra quanto studiano e quello che vivono. Clicca qui per vedere alcuni esempi.