Zymunt, Amalia, Elvira, Bruno e gli altri…
Nella giornata di lunedì 28 gennaio, noi ragazzi di quinta abbiamo avuto l’opportunità di partecipare alla presentazione della mostra “Zymunt, Amalia, Elvira, Bruno e gli altri…” tenutasi al Palamostre di Udine.
Tramite i racconti dei parenti degli internati nei campi di concentramento e le rappresentazioni teatrali, musicali e cinematografiche organizzate, è stato possibile dare vita ai racconti del passato, dando vitalità alla storia.
L’importanza di tale evento è stato accresciuta dalla concomitante celebrazione del Giorno della Memoria, giornata istituita nel 2005 per mantenere sempre attiva la rielaborazione e la riflessione sugli eventi dell’Olocausto.
Ebbene è stato proprio questo il fil rouge della presentazione: anche se i regimi totalitari fascisti e nazisti sono ormai defunti insieme ai loro ideatori, la resistenza non è finita.
Le ideologie alla base di tali correnti non sono ancora state sradicate, hanno solo cambiato forma e si insinuano tutt’oggi nelle venature della nostra quotidianità.
L’arma più potente che gli essere umani possiedono contro il loro stesso odio è la consapevolezza, l’unica che può denudare la distruttività dell’indifferenza. Il pensiero che tutto ciò che l’umanità ha vissuto, nel secondo conflitto mondiale e nell’Olocausto, sia finito è rassicurante; ma è frutto di finzione.
Non è tutto finito e non serve essere degli esperti storici o arguti letterati, per comprenderlo: lo si evince vedendo cosa sta succedendo nel mondo, leggendo i giornali, ascoltando gli insulti lanciati per strada o nei locali, vedendo le pietre d’inciampo appositamente vandalizzate nelle strade nel nostro paese.
È la Memoria che in tutto questo odio rappresenta una melodia vitale che ci dà il coraggio di guardare la realtà presente e passata in volto, poiché come disse Primo Levi “Ricordare è giusto, ricordare è necessario”.