Un avviso al mondo
Ogni anno, il 10 novembre si celebra la Giornata mondiale della Scienza per la Pace e lo Sviluppo, istituita dall’Unesco nel 2001.
Questa giornata è stata creata per informare l’opinione pubblica sui progressi raggiunti in ambito scientifico e acquisire ulteriori conoscenze sul nostro pianeta e su come rendere le nostre società più sostenibili. Tra gli obiettivi della giornata ci sono l’eliminazione del divario fra società e scienza, troppe volte considerato dal grande pubblico come qualcosa di misterioso e irraggiungibile e la trasformazione della scienza uno strumento di pace fra i popoli. Uno degli esempi più iconici di questa giornata annuale è sicuramente il “Manifesto di Russell-Einstein”.
Questo documento è la dichiarazione presentata il 9 luglio 1955 a Londra in occasione di una campagna per il disarmo nucleare che ha avuto come promotori due illustri personaggi della filosofia e della scienza: Bertrand Russell ed Albert Einstein. Nel documento, controfirmato da altri 11 scienziati e intellettuali di primo piano, i promulgatori invitavano gli scienziati di tutto il mondo a riunirsi per discutere sui rischi che l’umanità poteva correre a causa dall’esistenza delle armi nucleari.
Nella prima parte del manifesto viene descritto in modo attento e ragionato il pericolo in cui si vivono i due scienziati, ossia la Guerra Fredda. Siamo infatti, nel secondo dopoguerra e il mondo si vede contrapposto tra due schieramenti: gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica. Questo conflitto non è solamente una lotta ideologica volta a stabilire chi avesse il sistema economico migliore, ma molto di più; il termine Guerra Fredda, infatti, significa conflitto armato, significa corsa agli armamenti nucleari e significa condanna del nemico. Russell e Einstein non accettano questa situazione, perché tutto questo fa sì che l’altro non sia visto come un uomo da difendere bensì come il nemico portatore di ideologie e di costumi ostili. Partendo da questo presupposto, i due scienziati si sono chiesti: c’è un modo per impedire tutto questo?
Dopo aver esposto il problema da un punto di vista storico, Russell e Einstein lo considerano da un punto di vista scientifico. Infatti, come abbiamo detto prima, i due schieramenti in guerra erano alla ricerca di armi nucleari sempre più potenti, ancora più potenti rispetto alla bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki. In particolare, in questo caso si parla di armi termonucleari, le quali non sono altro che una fissione, seguita da una fusione e un’altra fissione nucleare che si susseguono a catena. Naturalmente non ci vuole un grande scienziato per capire che questo fenomeno può provocare milioni di morti, dato che la bomba scoppiata a Hiroshima provocò una “semplice” fissione nucleare.
Russell e Einstein sanno bene che l’umanità si trova a dover decidere tra due strade inconciliabili: cercare che l’umanità sopravviva o continuare con l’incessante ricerca di nuove testate nucleari. Ma l’aspetto più interessante è il fatto che i nostri scienziati sanno benissimo che possono essere considerati dei semplici utopisti, ed è proprio per questo che, rendono unico il manifesto, chiedono quantomeno la sospensione dell’utilizzo delle armi nucleari e termonucleari per evitare attacchi a sorpresa e per favorire il ripristino di rapporti internazionali già da troppo tempo lesi.
Un mondo libero dalle armi nucleari è possibile, e il Manifesto Russel-Einstein afferma l’unica condizione necessaria affinché questo diventi realtà: “Come esseri umani ci rivolgiamo agli esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto.”