
L’insegnamento delle materie con i “videogiochi”
Proporre di insegnare agli alunni attraverso dei giochi inizialmente non fu un idea presa di buon gusto perché subito la massa pensò agli aspetti negativi della cosa. Altre, persone invece, provarono a vederne il lato positivo. Ora non cercherò di imporre un’idea a voi che leggete questo articolo, ma proverò a spiegare l’esperienza che ho avuto in questi mesi con i “videogiochi” a scuola.
Partendo dal fatto che, nell’ambito didattico, non si usano veri e propri videogiochi, ma programmi interattivi, come Kahoot o Socrative, va detto che esistono aspetti positivi e negativi rispetto all’utilizzo di questi in classe.
Da un lato, gli alunni possono vivere la lezione in modo più leggero: pensare di poter iniziare o finire l’ora scolastica facendo un gioco, infatti, rallegra l’atmosfera e può alleggerire la giornata regalando un momento di svago agli studenti. D’altro canto, talvolta gli studenti interpretano il gioco come una sfida tra di loro e ciò può alimentare troppo lo spirito di competizione. La maggior parte delle volte, però, basta solamente che l’insegnante intervenga rasserenando gli studenti e spiegando loro che il gioco ha solo la funzione di stimolare l’apprendimento e non di decretare l’esistenza di alunni migliori o peggiori, affinché l’atmosfera si distenda e l’attività continui in tranquillità.
C’è un’ultima cosa, che in certi, casi può costituire un problema e andrebbe regolata, ossia la possibilità che l’applicazione Kahoot dà di inserire, all’inizio di ogni quiz, una sorta di nickname per ogni studente. Questa opzione può infatti creare difficoltà nel caso in cui non renda riconoscibili i singoli studenti dietro i vari giocatori.
In conclusione, sulla base delle mie esperienze con questi giochi, posso dire di essermi trovato bene, il loro uso, quando mancano pochi minuti al termine di una lezione, può essere molto distensivo. Alla fine del gioco, inoltre, c’ò la possibilità alle persone che non hanno preso punteggio pieno (cosa che si verifica spesso) di rivedere le risposte alle domande sbagliate e di poter rispondere nuovamente, in questo modo il gioco si rivela un utilissimo strumento di apprendimento.