
XXI secolo: le sfide della scuola
La pandemia da Covid-19 ha portato ad un rapido cambiamento nella nostra società e, conseguentemente, anche nell’ambito della scuola. Questa svolta ha, per certi versi, velocizzato un processo di evoluzione dell’ambito didattico. In molti, infatti, hanno iniziato a pensare a come trasmettere agli studenti alcune delle competenze necessarie per affrontare la realtà del XXI secolo e a rimodulare gli impianti didattici e valutativi.
Ridefinizione dello standard formativo: l’esempio inglese
Un esempio in questo senso ci viene da oltre Manica. La Cambridge University Press and Assessment ha recentemente pubblicato un articolo sui principi che è necessario considerare per il futuro della formazione. Tale apporto parte da un semplice presupposto: ogni crisi porta con sé la possibilità di un miglioramento, ma implica al contempo un indebolimento delle basi preesistenti e, conseguentemente, un cambiamento che nasce spesso da una sorta di disorientamento.
La proposta elaborata dall’istituzione inglese prende in considerazione il fatto che la formazione sia un sistema complesso, fondato su profonde interconnessioni. Tali strette relazioni sono necessariamente da prendere in esame in modo da poter bilanciare eventuali scompensi.
La formazione del XXI secolo: alcune caratteristiche
Al giorno d’oggi la società nella quale viviamo è sempre più influenzata dalla tecnologia e questo porta sia vantaggi che svantaggi. Sicuramente, il mondo interconnesso del XXI secolo mette a nostra disposizione una vastissima gamma di informazioni e possibilità di comunicazione con persone più o meno lontane. Parallelamente, però, questa caratteristica rende necessaria l’acquisizione di nuove competenze e un nuovo modo di trasmetterle. I confini tra le singole discipline, infatti, si sono fatti sempre più labili e questo comporta la necessità di potenziare le abilità di problem solving e di trovare soluzioni sempre più creative a problemi complessi.
La formazione del XXI secolo: la proposta Cambridge
- Introduzione precoce all’abilità di calcolo e di lettura e scrittura per rendere il processo di apprendimento ampio e bilanciato;
- Coerenza del curriculum a livello di contenuti e standard formativi;
- Apprendimento efficace, basato su una commistione di metodi ed approcci didattici;
- Utilizzo di nuove e specifiche tecnologie per migliorare il processo di insegnamento ed apprendimento;
- Alto livello di competenza da parte degli insegnanti, che passa per un approccio pedagogico qualitativamente elevato e un interesse specifico per il benessere dei discenti;
- Garanzia di accesso ad un alto standard di insegnamento ed apprendimento come base essenziale a garantire una formazione di elevata qualità e adattabile all’età dei discenti;
- Valutazione adattata in modo da garantire giustizia sociale, supporto nell’apprendimento e progresso equo;
- Determinazione di standard chiari volti a garantire equità, accessibilità e progresso da parte di tutti gli studenti;
- Considerazione del legame tra equità e alto livello di successo formativo;
- Apprendimento o più lingue straniere in quanto mezzo essenziale per la comunicazione internazionale.
E il Liceo “Don Milani” sa rispondere a queste sfide?
Ovviamente, rispondere semplicemente di sì sarebbe scontato. Tuttavia, l’avanguardia tecnologica e lo stretto rapporto tra docenti e studenti ha permesso di far fronte alle mutate necessità didattiche imposte dalla pandemia prima di qualsiasi altro istituto in regione.
Inoltre, ancora prima che emergessero le mutate esigenze di cui abbiamo parlato, il Liceo “Don Milani” aveva già creato un’offerta formativa innovativa, capace di rispondere a molte delle esigenze della società del XXI secolo. Tra le attività proposte spiccano la seconda lingua straniera e il conseguimento delle certificazioni linguistiche e informatiche.