
Le diete come condizione d’essere
Sebbene la quantità di persone in sovrappeso sia ancora assai notevole, viviamo in una società nella quale coloro che si affidano alle diete sono in continuo aumento.
Sorge quindi un quesito: l’adesione alla dieta è frutto di una scelta consapevole volta a migliorare sè stessi, o si tratta soltanto di una moda di passaggio?
È da anni, infatti, che “essere healthy” è una tendenza alla quale molti hanno deciso di aderire. Si tratta di persone che si sono create o hanno fatto realizzare ad un dietologo/nutrizionista il percorso alimentare più originale e stravagante possibile; probabilmente esso è volto maggiormente ad impressionare gli altri, più che a fini di salute personale.
Cerchiamo nella scienza il fattore stimolante dei nostri obiettivi di forma fisica. Meglio (o peggio) ancora, speriamo che il nostro nutrizionista, che riteniamo un dio alchimista, possa offrirci una soluzione miracolosa per i nostri problemi di ingrassamento. È così che per una stretta correlazione di cause ed effetti, noi medici autodidatti attribuiamo le motivazioni dei nostri problemi al metabolismo, alla tiroide, alla genetica e così via.
Non ci rendiamo, però, che il reale problema sta nel fatto che siamo una società che vuole tutto e subito. È proprio per questo motivo che i produttori, privi di conoscenze scientifiche, ma certamente dotati di molto fiuto per gli affari, inventano prodotti “miracolosi”, i quali diventano i “capisaldo” da inserire nel programma alimentare, per ottenere la forma fisica ideale. Così come loro, anche le farmacie intervengono con “pastiglie magiche” e “preparazioni galeniche”, le quali, a costi altissimi, non solo monetari ma anche in termini di salute, continuano ad essere acquistate portando un entrata costante alle aziende. Anch’esse sono fasulle, e comportano un continuo rovinarsi del corpo che porterà all’acquisto di prodotti aggiuntivi, con conseguenti ulteriori entrate.
Anche la scelta dei prodotti miracolosi cambia man mano che ci si rende conto della loro inefficacia; tuttavia, possiamo vantarci di aver attraversato periodi in cui grazie ai prodotti offerti sul mercato abbiamo avuto la possibilità di imbatterci nelle diete più strampalate.
Al Mondo esistono centinaia di diete diverse; alcune per un po’ funzionano, molte sono un po’ troppo bizzarre, quasi tutte prima o dopo finiscono.
A prescindere da ciò, le grandi industrie produttrici di alimenti dietetici sfruttano l’aspetto seducente degli influencer, i quali a nome loro rappresentano e promuovono virtualmente i prodotti.
Purtroppo, però, non tutti si rendono conto che il solo motivo per cui l’influencer pubblicizza i prodotti sta nel fatto che lo fa per professione.
I fattori di disinformazione sono causa di problematiche come, ad esempio, l’inutile mania ossessiva di contare grammi e calorie; ma c’è di peggio. Mi riferisco a difficoltà legate anche alla moralità e ai rapporti con gli altri, in quanto la pratica delle diete non rimane soltanto legata all’ambito fisico, ma diventa per lo più morale: “una condizione d’essere, anzichè una misura di benessere”.
Sin dagli inizi della civiltà l’alimentazione ha avuto un valore simbolico, è quasi un rituale. Questo significato sta via via tramontando; ed anche la convivialità del pranzo tra colleghi o della cena tra amici e il romantico appuntamento a lume di candela sono momenti di socializzazione, che passano in secondo piano a discapito del doveroso conteggio di calorie.
“Non siamo noi a fare la dieta, ma è ma dieta a fare noi”.
Mi viene da pensare che urga trovate un modo che permetta di riaquisire la consapevolezza che è venuta a mancare, un sentiero che consenta di recuperare quel senso di appartenenza non solo a se stessi, ma anche alla società. La mancanza di questo provoca disturbi gravi e non solo alimentari. Nel cercare di raggiungere modelli irraggiungibili, finiamo col perdere la nostra identità e, con essa, il nostro essere felici all’interno della società.
A tavola non serve un libro pieno di regole, serve percepire emozioni per portare il cuore e la mente, oltre all’ostacolo.




