
I giovani e lo sport
Fare sport è una perdita di tempo o è qualcosa di più?
Le persone pensano che la parola “sport” equivalga ad una qualsiasi attività che richieda uno sforzo fisico, nel quale si suda e si fa fatica, ma è molto più di questo.
Infatti, si tratta di un’attività che, oltre ad essere fatta agonisticamente o solo per divertimento, sviluppa le capacità fisiche e psichiche dell’individuo.
Fin da bambini siamo sempre stati spronati dai nostri genitori a praticare uno sport, indipendentemente dal fatto che sia di gruppo, come il calcio o la pallavolo, o individuale, come il tennis o la danza.
Ci ripetevano che lo sport fa bene alla salute ed è anche un passatempo divertente, ma cosa ci sarà di divertente nel passare il proprio tempo libero ad allenarsi piuttosto che passarlo sul divano guardando una serie tv?
La riposta è che lo sport che abbiamo scelto è ciò che ci piace fare più di qualsiasi altra cosa.
È un po’ come la scuola che scegli o il lavoro che fai: se non ti piace lo fai controvoglia, mentre se è il motivo per cui ti svegli la mattina diventa parte della routine e non c’è giorno in cui non vorresti farlo.
Alcune persone raggiungono un’età avanzata continuando a praticare sport e a volte mi chiedo come facciano, ma la risposta è sempre la stessa: lo sport ci fa sentire vivi.
Non esiste barriera che non possa essere superata, limite che non possa essere infranto, l’unica cosa che ci frena dall’eccellere siamo noi stessi.
Lo sport ci aiuta a migliorarci, a farci scoprire i nostri limiti e come superarli, è solo una questione di impegno, tempo e costanza o, per dirlo con le parole di Pietro Mennea.
Fare sport è una perdita di tempo o è qualcosa di più?
Le persone pensano che la parola “sport” equivalga ad una qualsiasi attività che richieda uno sforzo fisico, nel quale si suda e si fa fatica, ma è molto più di questo.
Infatti, si tratta di un’attività che, oltre ad essere fatta agonisticamente o solo per divertimento, sviluppa le capacità fisiche e psichiche dell’individuo.
Fin da bambini siamo sempre stati spronati dai nostri genitori a praticare uno sport, indipendentemente dal fatto che sia di gruppo, come il calcio o la pallavolo, o individuale, come il tennis o la danza.
Ci ripetevano che lo sport fa bene alla salute ed è anche un passatempo divertente, ma cosa ci sarà di divertente nel passare il proprio tempo libero ad allenarsi piuttosto che passarlo sul divano guardando una serie tv?
La riposta è che lo sport che abbiamo scelto è ciò che ci piace fare più di qualsiasi altra cosa.
È un po’ come la scuola che scegli o il lavoro che fai: se non ti piace lo fai controvoglia, mentre se è il motivo per cui ti svegli la mattina diventa parte della routine e non c’è giorno in cui non vorresti farlo.
Alcune persone raggiungono un’età avanzata continuando a praticare sport e a volte mi chiedo come facciano, ma la risposta è sempre la stessa: lo sport ci fa sentire vivi.
Non esiste barriera che non possa essere superata, limite che non possa essere infranto, l’unica cosa che ci frena dall’eccellere siamo noi stessi.
Lo sport ci aiuta a migliorarci, a farci scoprire i nostri limiti e come superarli, è solo una questione di impegno, tempo e costanza o, per dirlo con le parole di Pietro Mennea:
Gli sport di squadra sono molto importanti per i giovani. Far parte di una squadra è qualcosa in più rispetto ad essere dei semplici compagni di scuola: si è come una grande famiglia, ci si supporta l’un l’altro, si assistono ai miglioramenti dei compagni, si hanno gli stessi obbiettivi, ma soprattutto si condivide la stessa passione. All’internodi una squadra non esiste “l’io”, ma il “noi” perché tutti sono utili e nessuno indispensabile.
“I giocatori di pallavolo non sono solisti, bensì membri di un’orchestra. Nel momento in cui uno di loro pensa di essere speciale, la squadra è finita”, diceva Bernardo Rezende, primo allenatore della nazionale di pallavolo maschile del Brasile, che attualmente guida la classifica mondiale (Controlla che sia quello che volevi dire, perché non è chiaro)all’interno del libro “Le persone e il sistema che hanno reso la pallavolo brasiliana la più forte del mondo” di Yonemushi Noriko.
Negli sport singoli, al contrario, si è da soli. Si può contare solo su noi stessi, non hai nessuno da criticare o su cui fare affidamento. Il risultato dipende tutto da te ma, se qualcosa va storto, non bisogna piangersi addosso, ma continuare a testa alta fino al raggiungimento dell’obbiettivo prefissato perché, prima di affrontare l’avversario, devi affrontare te stesso.
In conclusione lo sport non è una cosa a sé, è un completamento del tuo essere.
“Visto che non riesco a essere felice con la mente, la maggior parte delle volte mi ritrovo a fare sport per spostare la felicità su qualche altro muscolo.”
~Fabrizio Caramagna





