
La forma dell’infinito
Casa Cavazzini è un museo d’arte moderna e contemporanea di Udine, nonché uno dei migliori d’Europa, che ospita, spesso, mostre di vario tipo, come quella che si è svolta dal 16 ottobre 2021 al 27 marzo 2022, che si intitola “La forma dell’infinito”.
Quest’ultima, oltre a proporre cinquanta capolavori di diversi periodi e di artisti che hanno cambiato la storia dell’arte, ne presenta anche alcuni mai visti in Italia e altri forniti dagli stessi cittadini del Friuli. Tutti legati attraverso un messaggio: “possiamo capire noi stessi solo ricordandoci che l’uomo è una grande domanda di infinito”.
Questa mostra, che si sviluppa in 8 stanze differenti, crea ai visitatori un insieme di emozioni contrastanti tra loro. Da una parte trasmette un gran senso di curiosità e aspirazione verso l’infinito, dall’altra, però, anche una sorta di inquietudine su ciò che può essere irraggiungibile.
La guida, che ci ha fatto immergere in questo percorso e che ci ha dato un’approfondita spiegazione dei vari quadri, è stata la stessa a farci capire dei significati, molto profondi, che alla sola vista dei quadri non sempre traspirano. Giochi di colori, rappresentazioni di oggetti particolari, attimi precisi immortalati sulla tela e tanti altri dettagli che dimostrano lo studio e la precisione con cui queste opere sono state fatte.
L’infinito, che mi ha sempre affascinato, è stato rappresentato da così tanti maestri, in quanto l’uomo, sin dall’inizio dei tempi, ha sempre cercato la verità e ha puntato a qualcosa che sa già che non avrebbe mai raggiunto, ma che lo ha coinvolto talmente tanto da essere diventato lo scopo della sua intera vita. L’uomo non è mai soddisfatto, infatti, di ciò che conosce, ed è costantemente alla ricerca di altro, nonostante non sappia effettivamente cosa possa esserci oltre. Come gli stessi grandi filosofi che ci hanno insegnato a non fermarci a quelli che possono essere i limiti della ragione. La verità, quindi, la si possiede? La si potrà possedere in un futuro prossimo? Questo è il dubbio che l’infinito ci dà, ma che ci spinge, allo stesso tempo, a cercare l’irraggiungibile; aspetto che la mostra trasmette nel modo più assoluto.Consiglierei a tutti di prendersi qualche ora per vivere in prima persona questa mostra e ritengo che sia adatta per tutti coloro che hanno intenzione di scoprire il concetto di infinito in tutte le sue sfaccettature e abbiano la volontà, soprattutto, di vivere delle emozioni che li renderanno più consapevoli di come, questo tema, si sia sviluppato nel tempo.




